Anno | 1968 |
Carburante | Benzina |
Cilindrata | 3781 |
CV | 220 |
KW | 162 |
Cambio | MANUALE |
Guida | GUIDA A SINISTRA |
Colore | Grigio metallizzato |
Interni | PELLE TOTALE ROSSA |
AUTO D’ EPOCA IN OTTIME CONDIZIONI DI CARROZZERIA, MOTORE E INTERNI, PERFETTAMENTE FUNZIONANTE, TRATTATA CON DETAILING INTERNO ED ESTERNO.
La MK2 era una vettura veloce, spaziosa e dalla linea gradevole e seguiva quindi la massima più nota di Sir William Lyons: “grace, pace and space” (cioè “grazia, andatura e spazio”, dove per andatura si intendeva “velocità”, “brillantezza di marcia”). Era offerta con tre motori, che si differenziavano dalla cilindrata. Tutti e tre erano propulsori della Jaguar XK. Il più piccolo aveva una cilindrata di 2.483 cm³ (2,4 L) ed erogava 120 CV di potenza (più potente di quello della Mark I, grazie alla nuova testata), quello medio era di 3.442 cm³ (3,4 L, 210 CV) ed il motore più grande di 3.781 cm³ (3,8 L, 220 CV)[3]. Quest’ultimo era analogo al motore da 3,8 L utilizzato sulla E-Type, dato che aveva componenti in comune come il monoblocco, l’albero a gomiti, le bielle ed i pistoni. I due motori avevano però differenti condotti d’aspirazione ed un diverso impianto d’alimentazione; infatti, in riferimento a quest’ultimo, la E-Type possedeva tre carburatori SU, mentre la Mark II solamente due. Di conseguenza la potenza della Mark II era inferiore di 45 CV. La testata del motore della Mark II possedeva condotti curvi al contrario di quelli installati sul propulsore della E-Type, che erano invece diritti. Per i mercati al di fuori di quello statunitense, gli esemplari che montavano i motori da 3,4 L erano equipaggiati con due carburatori SU mentre quelle con il propulsore da 2,4 L avevano installati due carburatori Solex. Per il mercato statunitense, gli esemplari con motore da 3,4 L e 3.8 L utilizzavano tre carburatori Solex.
I freni divennero a disco su tutte le ruote, mentre il cambio manuale, sempre a 4 rapporti con overdrive, era completamente nuovo (e di produzione Jaguar). Le due versioni di cilindrata maggiore potevano essere equipaggiate, in alternativa, con un cambio automatico a 3 rapporti. Le versioni manuali di 3,8 litri avevano di serie il differenziale autobloccante (optional sulle 3.4 “manuali”).
Derivata dalla MK2 era la Daimler 250 V8 (nei mercati europei era nota come Daimler 2,5 V8, ed in seguito come Daimler V8 250), che aveva installato un motore Daimler da 2,5 L. Questo propulsore fu utilizzato per la prima volta sulla Daimler SP250, la quale era conosciuta inizialmente come Daimler Dart, ma “Dart” era un marchio registrato della Dodge e la vettura fu quindi ridenominata a seguito di una controversia legale. Questo motore era fabbricato in lega d’alluminio e quindi era più leggero del motore Jaguar a sei cilindri, il cui monoblocco era fabbricato in ghisa. Avendo minor peso, era ridotta la massa che premeva sulle ruote anteriori, e quindi veniva diminuito il sottosterzorispetto alle versioni con motore derivato dalla XK, che erano più in difficoltà nelle curve. I modelli Daimler erano riconoscibili dalle caratteristiche scanalature ondulate che erano incorporate nella calandra cromata, che sostituivano il marchio e la statuetta della Jaguar.
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